04 Mag La correlazione tra il dolore e l’alimentazione moderna » Dott.ssa Vanessa Di Nepi
Sono un’osteopata e ho a che fare ogni giorno con persone affette da dolori osteo articolari di varia natura; nel corso degli anni mi capitano sempre più spesso non solo anziani e sportivi (del cui dolore si potrebbe avere una spiegazione più logica) ma anche giovani donne, mamme e ancora di più adolescenti afflitti da dolori e infiammazioni talvolta resistenti anche ai farmaci.
Viene allora da chiedersi: come mai?
Spesso durante le prime visite domando ai pazienti qual è la loro dieta e eventualmente di sospendere alcuni alimenti per un periodo (minimo un mese).
Molti rimangono sorpresi da queste richieste perchè non capiscono bene il nesso tra dolore/guarigione e alimentazione. Ma esiste davvero un nesso tra infiammazione/dolore e cibo?
Purtroppo ci siamo così tanto abituati a stare male che è come se avere un “doloretto” ogni tanto fosse normale, ma nel frattempo i disturbi (fisici, psichici, emotivi) si addizionano nel tempo e finiamo per subire progressivamente l‘instaurarsi delle malattie.
Alla base del mio lavoro c’è anche l’attenzione verso la prevenzione, sarebbe importante allora comprendere come l’alimentazione moderna (ricca di zuccheri, amidi, lieviti, latticini) fornisca il terreno ideale per l’instaurarsi delle malattie che oggi affliggono l’uomo moderno (diabete, aterioscelorosi, obesita’ anche infantile, disbiosi intestinale, infiammazioni e dolori cronici solo per fare alcuni esempi…).
Come si arriva allora dall’alimentazione al dolore? Attraverso la via del glucosio… passando per l’acidosi tessutale e l’infiammazione.
Mi spiego meglio: il nostro corpo si è evoluto nel corso dei secoli utilizzando i grassi come fonte energetica principale, il glucosio per ricavare energia era un meccanismo “salvavita” usato quindi solo in rare occasioni.
Oggi l’introduzione eccessiva di zucchero costringe il nostro corpo a servirsi solo della via del glucosio, causando una produzione continua di insulina. Questo ormone è un po’ il “guardiano” di tutti gli altri ormoni; ricordiamo che sono gli ormoni a decidere che uso farà il nostro corpo del cibo.
L’insulina di per sè ha una funzione molto importante: regolare i livelli di zuccheri nel sangue e quando il livello di glucosio è eccessivo ne invia una parte al fegato (dove viene trasformato in glicogeno e usato a scopi energetici quando serve) e una parte ai muscoli.
Ma, quando l’eccesso di zuccheri è eccessivo e le scorte del fegato sono piene, l’insulina non è più in grado di svolgere la sua funzione…e si accumula nel torrente circolatorio cominciando a causare acidosi e infiammazioni.
Inoltre l’eccesso di insulina causa una serie di reazioni a catena stimolando il rilascio di molti altri ormoni:
- L’aldosterone da parte delle surrenali che comincia a trattenere sodio e acqua nei reni (sempre nel tentativo di abbassare il livello di zucchero nel sangue)
- Il cortisolo (noto come ormone dello stress, ma che produce molti altri effetti dannosi tra cui dolore cronico, infiammazione e incapacità del sistema immunitario di svolgere adeguatamente le sue funzioni)
- Il fegato inizia a produrre colesterolo (precursore del cortisolo) trasformando l’eccesso di glucosio in trigliceridi
- Alterazione dell’osmolarità della cellula
- Acidosi: per contrastare l’acidosi il corpo richiama calcio e vitamina D dalle ossa predisponendo all’osteoporosi
- A livello cerebrale (l’organo che ha più bisogno di glucosio) si accelera la produzione di serotonina e dopamina rendendoci dipendenti dagli zuccheri.
Ancora l’eccesso di glucosio altera la leptina (ormone fondamentale che ci avverte quando siamo sazi) e pian piano i sistemi di difesa del nostro corpo iniziano ad andare il tilt: l’organismo ha perso il suo equilibrio si trova in balia degli ormoni.
La leptina inoltre ha un ruolo fondamentale nei processi infiammatori di bassa intensità: se in concentrazioni elevate indebolisce le ossa e condiziona la fertilità; ecco come uno squilibrio di questo ormone può causare dolore e degenerazione articolare infatti accelera la rottura delle cartilagini (i livelli di tale ormone nel sangue corrispondono a quelli presenti nelle articolazioni).
Da non dimenticare come l’accumulo di grasso addominale stimoli il rilascio di proteine e mediatori infiammatori che recano danno ai recettori ormonali, al sistema immunitario e alle articolazioni in una spirale senza fine.
L’acidosi e l’infiammazione sono il terreno su cui si fondano tutte le malattie dell’uomo moderno.
Un giorno dopo l’altro ci ritroviamo pieni di dolori, stanchi, depressi, sovrappeso e ci convinciamo che tutto questo sia normale, prendiamo un farmaco e per un po’ staremo meglio. In realtà l’utilizzo di farmaci aumenta ancora di più la produzione di scorie acide perché inibiscono la capacità dei nostri sistemi tampone (bicarbobato in primis) di ristabilire l’equilibrio acido basico del corpo.
L’unica via di uscita da questo tunnel sembra essere quella di tornare verso noi stessi, verso il centro, verso l’equilibrio e l’armonia di cui la natura ci ha dotato.
Il corpo possiede in sè già tutte le informazioni necessarie a mantenere l’omeostasi, ma abbiamo perso la capacità di ascoltare quell’intelligenza che ci appartiene.
Dott.ssa Vanessa di Nepi