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Intervista a Simone Fusco, istruttore esperto del Metodo Wim Hof

Intervista di Francesca Pietrobon a Simone Fusco, istruttore esperto certificato del metodo Wim Hof

Respirazione, meditazione, freddo.

Sono questi i tre pilastri fondamentali del metodo inventato dall’olandese Wim Hof, per aumentare il benessere psico-fisico, migliorare le prestazioni sportive, la gestione dello stress e il controllo della concentrazione. Ma, per i praticanti del metodo, c’è di più.

Nel tempo” si legge sul sito ufficiale “il nostro rapporto con il mondo in cui viviamo è cambiato. I nostri stili di vita ci hanno disconnesso dall’ambiente naturale. A causa di questa disconnessione, i nostri secolari meccanismi di sopravvivenza non si attivano più e abbiamo perso il contatto con il nostro potere interiore. Attraverso decenni di auto-esplorazione e studi scientifici rivoluzionari , Wim ha creato un modo semplice ed efficace per stimolare questi profondi processi fisiologici e realizzare il nostro pieno potenziale. Il Metodo Wim Hof® consiste nel riconnetterci – a noi stessi, agli altri e alla natura”.

Parole che non suonano nuove a chi da più o meno tempo si è avvicinato a uno stile di vita paleo/secondo natura, comprendendo quanto non solo il cibo ma anche l’ambiente e le nostre abitudini si stiano allontanando sempre di più da quelle che dovrebbero essere le condizioni ottimali per il nostro benessere psico-fisico.

Soprannominato “Iceman”, Wim Hof è detentore di alcuni record mondiali per la sua resistenza prolungata all’esposizione a temperature sotto lo zero. Il suo metodo sta diventando sempre più popolare anche in Italia, grazie all’impegno di istruttori certificati che organizzano attività guidate sia per principianti che per praticanti più esperti su tutto il territorio. Oggi abbiamo il piacere di parlare con uno di loro, Simone Fusco, ingegnere, esperto in biofisica e studioso di biologia e biohacking, che ora gira il mondo seguendo “molte persone stupende nel loro percorso verso una vita più appagante e piena”.

Ciao Simone, grazie per aver accettato questa intervista, è un piacere per me! La tua biografia offre moltissimi spunti di riflessione, ma andiamo per ordine.

Quando hai sentito parlare per la prima volta del Metodo di Wim Hof®? Nel tuo percorso di formazione come istruttore certificato hai avuto occasione di provare l’esperienza del metodo in prima persona con lui?

Ciao Francesca e a tutti i follower di PaleoAdvisor! Wim Hof è apparso nella mia vita per puro caso.

Inizio col dire che, sin da piccolo, sono sempre stato “malato”. Il mio apparato gastrointestinale mi ha sempre dato problemi enormi. Una mattina, all’età di 14 anni, mi svegliai con un nodulo enorme alla tiroide e da allora ho iniziato a prendere, ingiustamente, Eutirox per 7 anni, passati i quali mi dissero “tu sei pazzo a prendere questa pillola, perché non ti serve”. Prima batosta.

La seconda è avvenuta una decina di anni fa, quando mi riscontrarono una patologia polmonare. Fui ricoverato per 10 giorni ed il responso fu “non sappiamo tu cosa abbia, ma devi prendere del cortisone a vita”.

A quel punto ho deciso di prendere la salute nelle mie mani, perché demandarla a terzi non aveva avuto un esito positivo nel mio caso. E via a studiare: biologia, biochimica, biofisica. Il corpo. Per me il problema era nel corpo. Dopo un po’ di tempo mi accorsi che c’era un altro strato che poteva condizionare il mio benessere, ovvero: la mente.

Mi iscrissi ad un corso di Vipassana in cui non si poteva fare nulla oltre meditare. Tutta la giornata a meditare stando seduti è una cosa che a me infastidiva, perché nutriva SOLO la mente, ma non il corpo, che era lì a scalpitare. Per sentirmi “vivo”, iniziai a fare delle docce fredde in struttura e fu subito amore. Tornato a casa capii che il freddo era l’unica cosa che mi permettesse di sentirmi energico e centrato allo stesso tempo. Mi permetteva di avvertire il corpo pieno di energia e la mente calma ed acquietata. Ed era lo stato che desideravo da sempre.

Wim oggi non tiene più corsi per istruttori, ma ho avuto la fortuna di trovarlo in accademia e passare con lui 3 giorni nei quali ho scoperto l’uomo Wim. E sapete una cosa? È proprio UGUALE a come appare. Wim non ha filtri, non usa la logica e scoprire questa sua umanità, questo suo senso di amore profondo verso gli altri, mi ha fatto riconsiderare l’idea che il Metodo Wim Hof fosse tutto marketing. Wim è autentico. Le sue tecniche sono bellissime e ce le ha donate, dopo anni in cui è stato deriso e preso come “fenomeno da baraccone”, per puro spirito altruistico. E io ne faccio tesoro, provando a condividerle con il maggior numero di persone interessate alla propria crescita personale.

Wim Hof

Wim Hof

Con il freddo ho avuto una affinità sin da subito. In me è fortemente radicata l’idea che il potenziale umano possa essere completamente espresso solo se re-introduciamo tutte le componenti che, sin dagli albori, ci hanno contraddistinto come “esseri umani” (Simone Fusco)

Respirazione e meditazione nel metodo Wim Hof

Il metodo di Wim Hof® è composto anche da tecniche di meditazione e respirazione. Quali caratteriste ha la sua respirazione e cos’ha di diverso rispetto a quella di altre discipline come lo yoga (Pranayama) o dell’Oxygen Advantage®, un altro metodo di cui anche sei istruttore certificato? In quali casi una disciplina è più indicata rispetto all’altra?

Wim ha passato molti anni in Oriente, quando le discipline erano ancora insegnate così come tramandate. Insomma, non erano state impoverite dalla commercializzazione ed i maestri erano ancora Maestri. Il grande merito di Wim è stato quello di “riassumere” tecniche complessissime, per apprendere le quali ci sarebbe bisogno di anni di dedizione completa, in una “formuletta” che funzionasse per l’occidentale medio, ovvero per colui che “non ha tempo”.

Come poteva fare tutto ciò? Semplicemente estrapolando dal suo fittissimo bagaglio di conoscenze, quelle che fossero le più efficaci: con poco tempo, si ottiene il massimo risultato. Ed ecco il Metodo Wim Hof! La respirazione che ci ha donato Wim è pazzesca, perché è completa: alterna fasi di iper-ventilazione controllata a fasi di apnea profonda. Entrambi questi stati sono percepiti come degli “stress” per il nostro organismo, che risponderà con degli adattamenti. Durante la prima fase andiamo a stressare il nostro sistema nervoso, iper-attivando la risposta fight-or-flight. Potremmo vederlo come un allenamento agli “stress”. D’altro canto, il picco di adrenalina che ne deriva, biochimicamente è una manna per l’organismo: è altamente anti-infiammatorio (tantissimo!), benché intensifichi le nostre difese adattative. La fase delle apnee, invece, è molto parasimpatica. Entriamo in uno stato di profonda, totale calma, donando al nostro organismo quella “pace” del silenzio che troppo spesso gli neghiamo giorno per giorno.

Spesso le altre tecniche di respirazione sono meno efficaci e meno complete. Verticalizzano su un fattore alla volta; per questo dobbiamo sceglierne più di una. Con la respirazione “Wim Hof” abbiamo tutto in una sola tecnica!

Ho deciso di aggiungere il filone Oxygen Advantage (OA) proprio perché, come dicevo, ogni tecnica ha un suo fine. La OA, derivante dalle tecniche del dottor Buteyko, ha come focus principale la salute e le performance, usando delle “strade” che sono agli antipodi rispetto alla respirazione Wim Hof. Per questo motivo ho pensato che fosse la naturale integrazione a questa stupenda tecnica. Non posso enunciare tutte le testimonianze stupende di chi la sta seguendo, ma posso assicurarvi che i suoi impatti curativi si percepiscono su: patologie cardio-respiratorie, pressione alta, asma, attacchi di panico, vitalità, tranquillità, patologie neurologiche, così come sulle performance, argomento per cui non basterebbe un intero sito per poter essere completamente discusso. Provatele entrambe e non ve ne pentirete!

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Metodo Wim Hof: ci sono controindicazioni?

Ci sono delle controindicazioni, dei rischi o delle precauzioni da prendere per alcune categorie di persone prima di prendere in considerazione la partecipazione alle tue attività?

Questa è una delle domande che, giustamente, ricorre spessissimo. In generale la pratica del Metodo Wim Hof è consigliata a tutti, con poche e rare eccezioni. Se riusciamo a rimanere in un livello “ormetico” di stress, ovvero stressare il nostro corpo affinché gli adattamenti siano solo positivi, i pericoli a cui ci esponiamo sono davvero minimi. Ci vuole solo criterio. Ho avuto persone che, prese dall’entusiasmo, hanno fatto, come primo bagno ghiacciato, un bagno di 15 minuti e poi si sono lamentate del fatto che il freddo avesse portato loro sintomi non gradevoli. In quel caso mi permetto di dire che non è il freddo che faccia male, ma come per ogni cosa, è la dose che determina l’effetto.

Fatta questa doverosa premessa, le categorie di persone per le quali sconsigliamo il metodo sono: le donne in gravidanza, chi soffre di cardiopatie davvero importanti (serve parere del medico), chi soffre di epilessia e chi è affetto da sindrome di Raynaud’s di tipo 2 (forma auto-immune).

Queste sono delle condizioni cautelative. Conosco molte persone che, nonostante avessero queste problematiche, hanno deciso di andare avanti in autonomia con il metodo e si sono trovate comunque benissimo.

Il mio consiglio sembrerà banale e di parte, ma è l’unico che mi sento di dare: affidatevi ad un professionista certificato, perché il percorso che si segue in accademia non è affatto banale. Diceva il mio maestro di arti marziali “meglio perdere 10 anni alla ricerca di un maestro bravo, piuttosto che perderne 10 a seguirne uno scadente“.

Rimani in contatto con i partecipanti ai tuoi corsi, o con alcuni di loro? Se sì, quali sono i feedback da parte loro che ti hanno colpito di più?

Rimango SEMPRE in contatto con i partecipanti dei miei corsi. In moltissimi casi si sviluppa una amicizia vera. Con alcuni ci vediamo per le solite serate in convivialità. Insomma, il Metodo Wim Hof alla “Simone maniera” è anche (e forse soprattutto) questo: un fattore unificante! La forza del singolo, sommata a quella del gruppo, ci permette di affrontare qualsiasi sfida. Sentire il supporto di altre persone nel fronteggiare gli stress della vita, percepire il calore umano, abbracciarsi anche solo virtualmente è uno di quei valori aggiunti che rarissimamente ho potuto trovare altrove. E io ne ho bisogno. Per me l’essere Umano è anche questo: è manifestare la propria umanità… e godere di quella degli altri.

I feedback (che potete vedere sulla mia pagina ufficiale del metodo) vanno ben oltre quelle che erano le mie più rosee aspettative. Ci sono persone che mi dicono GRAZIE in maniera sentita, perché, a detta loro, con una sola giornata sono riuscito a “cambiare la loro vita” in meglio. Nel corso della nostra vita perdiamo la percezione di chi siamo, ma soprattutto di quale sia il nostro vero potenziale. Riacquisire questa percezione, fronteggiando uno stress immenso come un bagno ghiacciato, ci apre le porte ad una nuova concezione della vita e di noi stessi, con molti meno limiti e molte più possibilità.

Gli impatti “concreti” che ho avuto riguardano la gestione di problematiche dolorose come la fibromialgia, di stati depressivi, aumento dell’entusiasmo, miglioramento della pressione sanguigna, percezione della fatica, miglioramento respiratorio, malattie auto-immuni. Non ultimo l’impatto assurdo sul sistema immunitario di alcuni clienti che hanno passato con me un weekend mentre erano in chemioterapia. Solitamente la conta dei globuli bianchi, quando ci si sottopone a trattamenti del genere, tende quasi a zero. È difficilissimo, se non impossibile, far aumentare tale conta. Beh, ho già avuto 2 casi (su 2) in cui, dopo qualche giorno, mi contattano per dirmi “non so cosa sia stato, ma mi si sono impennati i globuli bianchi“. 

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Qual è la routine quotidiana di un seguace di Wim Hof e come è cambiata la tua vita da quando pratichi il metodo?

La routine quotidiana di un “Wimhoffer” prevede poche aggiunte a quella propria: deve solo alzarsi una mezz’oretta prima alla mattina e fare la respirazione e la doccia fredda. Questo è ciò che richiede la pratica del metodo. Mezz’ora al giorno soltanto per avere risultati pazzeschi.

Nel mio caso la faccenda, purtroppo, si complica 🙂 Essendo esperto in varie discipline, provo ad integrarle tutte nella mia giornata. Innanzitutto seguo i ritmi circadiani: sveglia all’alba a guardare il sole (pratica del trataka nello yoga), poi faccio qualche esercizio di mobilità e connessione mente-corpo come qi-gong o yoga. Prendo il mio cagnolino e vado a mare dove, mentre lui va a caccia di tutti i legnetti della spiaggia, io faccio respirazione Wim Hof ed un bel bagno. Poi ci facciamo insieme una corsetta e torniamo a casa, dove io sono pronto per lavorare e lui per… dormire 😛

Durante la giornata uso vari dispositivi di biohacking, dalle lenti ai tappetini per earthing e provo sempre a tenermi caldo muscolarmente: non accendo i termosifoni (ormai da 3 anni) e ogni 45 minuti faccio qualche esercizio riscaldante, in modo che il calore lo sviluppi dall’interno. Pratico un misto (da me ideato) di Crossfit, Weightlifting e Body-building circa 3 volte a settimana. E ovviamente nessuna regola stringente! Ho smesso di essere troppo severo con me stesso qualche mese fa. Se qualche giorno esco e faccio tardi, non c’è nessun problema. Avrò nutrito un altro lato del mio essere. Se non metto gli occhiali rossi 2 ore prima di dormire, nessun problema. Anche qui, è la “dose” che ci porta il beneficio (o il danno).

Che cos’è per te il Biohacking?

Bella domanda. Hackerare la nostra biologia significa usare dei “trucchetti” che innescano delle reazioni biologiche atte a fornirci il risultato da noi voluto. Questo per me è Biohacking.

Quindi un biohacker deve conoscere approfonditamente la biologia. Ma ciò non basta! Deve conoscere i campi di applicazione degli “hacks”. Mi spiego meglio: se voglio usare la luce per ottenere una reazione biologica sull’infiammazione, dovrò conoscere i campi elettromagnetici, le frequenze luminose, la fisica, ma anche la biologia, cos’è l’infiammazione, quali sono i suoi marcatori, ecc.

La biologia può essere stimolata (anche hacking è un termine che a me non piace) in moltissimi modi, ma bisogna padroneggiarli molto bene, proprio per gli impatti profondi che questi possono avere. Uno dei più efficaci è l’uso della respirazione. Il respiro è l’unica funzione biologica che è sotto il nostro controllo cosciente, ma anche sotto il controllo autonomo. Noi possiamo dimenticarci di respirare, ma respireremo lo stesso. Possiamo anche, però, decidere di forzare la respirazione facendo respiri più intensi, più brevi, ecc. Questa sua caratteristica (ripeto, è L’UNICA funzione del genere) lo rende il “ponte” verso il nostro Sistema Nervoso Autonomo. Respirando in un certo modo, possiamo stimolare il nostro sistema nervoso autonomo portandolo laddove vogliamo. E per chi non lo sapesse, il sistema nervoso autonomo è colui che è deputato a gestire tutte le nostre funzioni vitali come: digestione, stress, metabolismo, umore, zuccheri nel sangue, pressione arteriosa, …

Sono un po’ amareggiato dalla piega che questo filone ha preso negli ultimi tempi. In tantissimi si definiscono “biohackers”, ma in realtà sono, nella migliore delle ipotesi, esperti in un “qualcosa” che ha effetti sulla biologia.

Che alimentazione segue un “uomo di ghiaccio”?

Il vero uomo di ghiaccio, Wim, segue una alimentazione vegetariana nel regime di OMAD (One Meal A Day). Non è affatto ossessionato dal cibo in quanto, probabilmente, non ha mai avuto l’esigenza di dover fronteggiare patologie infiammatorie o auto-immuni. La sua cura è sempre stata la respirazione ed il freddo. Questo gli basta! Fino a qualche tempo fa mangiava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, anche junk-food. Ora è più accorto sotto questo punto di vista, ma non ama parlare del suo regime alimentare, probabilmente per non condizionare nessuno. Non ama affatto essere un “Guru” di qualcuno.

Nel mio caso, dopo averle provate tutte, sono ri-approdato alla Paleo. Mangio carne grassa, uova, pesce, tuberi, radici. Bevo acqua, brodo d’ossa e buon vino. Solitamente faccio 2 pasti al giorno, non perché mi forzi a fare IF (Intermittent Fasting o Digiuno intermittente), ma perché mi viene spontaneo e naturale fare così. Ah, ogni giorno ho un feticcio a cui non posso rinunciare: mangio dei fichi secchi con del cioccolato fondente! Lo ammetto 😀

Come ti vedi in futuro?

Francesca questa è una domanda a cui sto cercando, incessantemente, di dare risposta da qualche settimana. Quest’anno è stato per me davvero strano. Avevo progettato la mia intera vita, ma è stato stravolta completamente, sotto tutti i punti di vista! Ho cambiato casa, ho cambiato regione (sono ritornato a Salerno, in campania, da Torino, dove vivevo da 8 anni). Sto avviando questa nuova emozionante attività che mi vede non più “ingegnere” a contatto con i monitor, ma “persona felice” a contatto con altre persone stupende, che corso dopo corso, apprezzo sempre di più.

Certo, questa nuova iniziativa è molto più rischiosa e meno remunerativa del mio attuale lavoro da manager, ma adoro quegli abbracci che mi regalano queste persone. È un qualcosa a cui non potrei rinunciare ormai. E i monitor non mi hanno mai abbracciato 😛 Quindi ad inizio dell’anno prossimo farò una mia scelta difficile … e aggiornerò questa risposta 😛

In generale mi vedo in un posto tranquillo, in campagna. A due passi dalla montagna ma da dove possa guardare il mare. Mi vedo con una persona che condivida l’entusiasmo per la vita, che riesca a trascinare anche me verso i suoi piaceri. E perché no, vedrei anche dei pargoletti ai quali poter far dire “tuo padre è completamente pazzo!” da tutti i compagnetti di scuola. Sarebbe stupendo 🙂 

Qual è il tuo mantra nella vita o la tua citazione preferita?

Bella domanda. Una volta, quando ancora ero troppo rigido sul da farsi, era una frase dell’Hagakure (mi sembra): “La negligenza è la peggiore delle virtù“. Sono d’accordo, ma nemmeno tanto. Oggi per me conta di più “chi si è”, piuttosto che “cosa si fa”.

Una frase bellissima e molto semplice è quella detta dal mio autore preferito, Tiziano Terzani, nel suo capolavoro “Un altro giro di giostra“: “Vivete una vita in cui potete riconoscervi!“. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Da questo “precetto” discendono tutte le scelte che facciamo. Dobbiamo farci guidare da questa componente spesso bistrattata che, una volta, era posta al centro di tutto: la coscienza. Se agiamo secondo coscienza, saremo rispettosi di noi e degli altri, senza bisogno di farci mediare da terzi, da norme o da leggi in tutti i comportamenti della vita quotidiana. Gli ultimi anni sono da insegnamento in tal senso: anche per prendere un caffè c’era bisogno di seguire norme e protocolli. È davvero questa la piega che vogliamo dare alla nostra vita? Non sarebbe meglio se investissimo nello sviluppare la nostra coscienza?

Per me la risposta è scontata. Non siamo automi, ma siamo degli esseri capaci sì di ragionare, ma soprattutto di “sentire”. Ed è questa la parte più importante che dobbiamo riscoprire 🙂

Per approfondire:
Sito web di Simone Fusco https://www.innerbreath.it/
Prossime attività metodo Wim Hof: https://www.wimhofmethod.com/instructors/simone-fusco-1

acrilammide nelle patatine fritte

L’acrilammide e i suoi effetti sulla salute» Paleoadvisor

Che cos’è l’acrilammide?

Hai presente quella gustosa crosticina dall’aspetto e dal sapore “abbrustolito” che rende così gustosi i cibi fritti e cotti al forno? Quella crosticina ha un nome, si chiama acrilammide.

L’acrilammide è una sostanza prodotta come risultato di una reazione tra alcuni zuccheri e l’aminoacido asparagina e si forma quando cibi contenenti amidi vengono sottoposti a cotture ad alta temperatura (come la frittura, la cottura in forno o la griglia per periodi prolungati – un’alternativa salutare a questi metodi di cottura è la cottura in Slow Cooker). Questa reazione chimica è nota come “reazione di Maillard” e avviene non solo quando i cibi vengono cucinati in casa e nei ristoranti, ma anche durante la produzione industriale. 

Acrilammide: in quali alimenti si trova?

Questa sostanza è dunque presente in diversi alimenti: dai prodotti fritti a base di patate, alle fette biscottate, i biscotti, i cereali da colazione – sì, anche quelli integrali, e in maggior concentrazione!  – passando per il pane morbido, la pizza, i salatini e i cracker. Ma è presente anche nel caffè e nel burro di arachidi! Cibi paleo nella lista? Curiosamente no. 

L’acrilammide infatti non si forma, o si forma a livelli inferiori, nei prodotti lattiero-caseari, carne e pesce (p.s. i latticini non sono paleo, ma rientrano in questa casistica). 

Amante dei carboidrati attenzione! L’acrilammide è presente anche nei cosiddetti cereali “sani”.

Dunque? Dovremmo preoccuparci? Se seguiamo un regime alimentare paleo/secondo natura il problema dell’acrilammide non dovrebbe toccarci, ma approfondiamo.

L’acrilammide secondo l’OMS

Nel 2005, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) hanno avvertito che l’acrilammide negli alimenti può essere fonte di preoccupazione per la salute pubblica e che “può essere responsabile fino a un terzo di tutti i tumori causati da dieta”. Un dato allarmante, dal momento che secondo la Grocery Manufacturers Association, l’acrilammide si trova nel 40% delle calorie consumate nella dieta media americana, che non è poi molto diversa dalla Western diet che ormai rappresenta lo standard alimentare di tutti i paesi occidentali. Nello specifico l’OMS ha classificato l’acrilammide nel gruppo 2A dalla Iarc come “probabile cancerogena per l’uomo”. Cosa significa? Una sostanza viene classificata nel gruppo 2A se ci sono limitate evidenze di cancerogenicità negli esseri umani, ma sufficienti evidenze negli animali di laboratorio.

Evidenze scientifiche sui danni da acrilammide sugli animali da laboratorio

Dal primo studio pubblicato nel 2002, ricercatori da tutto il mondo hanno cercato di comprendere quanto il consumo di acrilammide possa influenzare la salute e il rischio oncologico in particolare.

Le ricerche condotte in animali da laboratorio hanno dimostrato che l’esposizione all’acrilammide aumenta il rischio di tumore, ma si tratta di esperimenti condotti utilizzando dosi molto elevate del composto, cioè fino a 1.000-10.000 volte quelle assunte dalle persone con il cibo. Per questa ragione è difficile estendere agli esseri umani i risultati ottenuti con questi esperimenti.  Una volta ingerita, l’acrilammide viene assorbita dall’intestino, distribuito a tutti gli organi e metabolizzato principalmente in glicidammide. Gli animali di laboratorio esposti all’acrilammide per via orale presentano una maggiore probabilità di sviluppare mutazioni genetiche, che favoriscono la comparsa del cancro, e proprio la glicidammide sembra esserne la causa più probabile.

È meglio cucinare per più tempo un alimento ad una temperatura più bassa, piuttosto che per poco tempo a temperatura alta perché l’acrilammide si forma più velocemente a temperature superiori ai 180°C.

Negli esseri umani, l’acrilammide è stata associata a un aumentato rischio di cancro in lavoratori fortemente esposti alla sostanza, ma a dosi molto superiori a quelle alimentari. Per questo, si legge sul sito dell’AIRC, non si può affermare con certezza che l’esposizione all’acrilammide da alimenti faccia aumentare il rischio di cancro.

Ma tutti gli studi raccontano la stessa storia? Alcuni studi pubblicati su Pubmed raccontano una storia differente (trovi le fonti qui):

  • L’acrilammide raddoppia il rischio di cancro alle ovaie: uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology ha rilevato che le donne che mangiavano una porzione di patatine al giorno (40 mcg di acrilammide) avevano il doppio del rischio di sviluppare il cancro alle ovaie e all’endometrio rispetto alle donne che mangiavano di meno.
  • L’acrilammide promuove il danno neurologico: gli studi hanno collegato alti livelli di acrilammide al danno neurologico negli esseri umani. Secondo i neurotossicologi dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, l’acrilammide è strutturalmente simile all’acroleina, una sostanza chimica che si trova ad alti livelli nel cervello dei malati di Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative.
  • L’acrilammide aumenta il rischio di cancro ai reni del 59%: lo studio di coorte olandese che ha incluso più di 12.000 partecipanti ha rilevato che dopo 13 anni, il tubo con i più alti livelli di acrilamide nella dieta presentava un rischio del 59% più alto di carcinoma a cellule renali rispetto a quelli con il più basso . Inoltre, ogni aumento di 10 mcg sembrava aumentare del 10% il rischio di cancro ai reni.
  • L’acrilammide ossida il colesterolo, aumentando l’infiammazione: uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition ha scoperto che l’acrilamide ha causato un aumento dei livelli di colesterolo LDL (lipoproteine ​​a bassa densità ossidate) e dei marcatori infiammatori legati alle malattie cardiache.
  • L’acrilammide aumenta il rischio di cancro al seno fino al 47%: uno studio pubblicato sulla rivista Breast Cancer Research and Treatment ha rilevato che le donne con la più alta assunzione di acrilamide avevano fino al 47% in più di probabilità di sviluppare il cancro al seno, rispetto alle donne che ne consumavano meno o no acrilammide.

É importante ricordare che al momento non esiste un vero e proprio limite di legge per i cibi prodotti industrialmente, “ma solo delle soglie – periodicamente riviste al ribasso – alle quali le aziende alimentari devono tendere per tenere sotto controllo la sostanza tossica. Così, in pratica, in caso vengano rilevate dei prodotti con concentrazioni superiori al livello di riferimento (come è accaduto per nei test condotti dal Salvagente sulle patatine fritte in busta), non scatta nessun ritiro alimentare ma solo l’obbligo per le aziende di mettere in atto una serie di azioni di contenimento”.

L’acrilammide si trova anche nelle sigarette, e infatti i livelli di acrilammide nel sangue dei fumatori sono da tre a cinque volte più elevati di quelli che si osservano nei non fumatori.


Bibliografia essenziale
https://www.fda.gov/consumers/consumer-updates/you-can-help-cut-acrylamide-your-diet
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/acrilammide-e-rischio-cancro
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/possibile-sostanze-inserite-nella-lista-1-dello-iarc-siano-cancerogene-non-siano-sempre-vietate
https://ilsalvagente.it/2022/03/17/acrilammide-lue-ascolta-le-aziende-e-prende-tempo-sui-limiti/
https://ilsalvagente.it/2022/07/02/occhi-aperti-lo-slalom-tra-gli-scaffali-per-evitare-lacrilammide/

le arachidi sono paleo

Le arachidi sono paleo? » Dr. Marc Bubbs

Le arachidi sono paleo?

Le arachidi (e il burro di arachidi) non sono Paleo. Le arachidi, infatti, non sono affatto noci – fanno parte della famiglia dei legumi – e quindi off limits in una rigorosa dieta Paleo.

A differenza degli animali che hanno molte capacità di difendersi per non essere mangiati, le piante non ruggiscono e non possono scappare. Si difendono dal foraggiamento degli animali tramite gli antinutrienti, composti vegetali naturali destinati a renderli altamente sgradevoli da consumare per gli animali. Gli antinutrienti includono composti come fitati, lectine e saponine che agiscono come armi per le piante per difendersi. Possono essere da lievemente ad altamente problematici negli esseri umani.

Fagioli e legumi cotti come le arachidi, tuttavia, divennero un alimento base per i nativi americani, tra cui gli Aztechi, nell’America centrale e meridionale. Gli esploratori spagnoli li portarono in Europa e il loro consumo si diffuse così anche in Africa, dove si trovano ancora in molti piatti tradizionali.

Fino agli anni ’80 si pensava che gli oli vegetali fossero migliori dei grassi animali per cucinare e l’olio di arachidi divenne rapidamente un olio popolare per cucinare nei ristoranti e a casa. Sfortunatamente, l’olio di arachidi è altamente aterogeno, causando placche arteriose negli animali. È così aterogeno che continua ad essere utilizzato oggi per produrre aterosclerosi negli animali per studiare la malattia stessa.

Gli antinutrienti presenti nelle arachidi 

Ecco una rapida carrellata degli antinutrienti più comuni presenti nelle arachidi e nel burro di arachidi.

#1 Lectine

Le lectine si trovano in abbondanza nei legumi crudi e nei cereali. Sono la parte del seme che si trasformerà nelle foglie quando la pianta germoglierà. Le lectine sono resistenti alla digestione umana e possono viaggiare nel flusso sanguigno invariate se il sistema digestivo è compromesso. Poiché non possiamo digerire le lectine, il sistema immunitario produce anticorpi per attaccarle e distruggerle. Le lectine danneggiano anche il rivestimento della parete intestinale, che può portare a permeabilità intestinale e tutta una serie di sintomi avversi: affaticamento, dolori articolari, nebbia cerebrale, reazione allergica, mal di testa, risposta autoimmune, ecc.

#2 Fitati

Come tutti i cereali e gli pseudocereali, i legumi contengono acido fitico che può legare i minerali negli alimenti, riducendo al minimo la capacità di assorbirli e utilizzarli. I fitati impediscono il completo assorbimento di ferro, zinco, calcio, magnesio e tracce di minerali presenti negli alimenti vegetali, una delle ragioni principali per evitare pane e cereali o quantità significative di arachidi e burro di arachidi. La cottura non ha alcun impatto sul contenuto di fitati degli alimenti, tuttavia consentire a cereali e legumi di germogliare o fermentare riduce moderatamente le concentrazioni di fitati.

#3 Saponine

Le saponine sono un gruppo di composti chimici presenti in abbondanza nelle piante. Come le lectine, le saponine possono irritare e danneggiare il rivestimento del tratto intestinale. L’intestino ospita oltre il 70% del sistema immunitario e l’irritazione da antinutrienti può promuovere bassi livelli di infiammazione cronica che compromettono l’integrità del tratto digestivo e consentono alle tossine e ai batteri di raggiungere il flusso sanguigno. Ciò può portare a un’iperattivazione immunitaria e contribuire ai processi di malattie autoimmuni. Anche la cottura prolungata non previene l’impatto negativo delle saponine sulla salute.

#4 Aflatossina

Le arachidi sono altamente sensibili a muffe e funghi. Un fungo in particolare – Aspergillus flavus – trovato nelle arachidi crude produce una tossina chiamata aflatossina che è circa 20 volte più cancerogena del DDT presente nei pesticidi. Il processo di cottura e tostatura delle arachidi riduce drasticamente i livelli di aflatossine di quasi il 90%. Sfortunatamente, anche noci “paleo” come noci pecan, pistacchi e noci sono suscettibili all’aflatossina.

Effetti del consumo di arachidi sull’assorbimento dei nutrienti

Digestione delle proteine ​​dell’arachide

Il punteggio della digeribilità delle proteine corretto dall’amminoacido limitante (PDCAAS) è una delle misure utilizzate dai ricercatori per valutare la biodisponibilità di una fonte proteica (cioè quanto bene possiamo assorbirla e utilizzarla). In media, le arachidi hanno un punteggio PDCAAS inferiore di circa il 20-25% rispetto alle fonti proteiche animali, in parte a causa dei livelli più bassi di aminoacidi essenziali cisteina e metionina e in parte per gli antinutrienti sopra descritti.

Assorbimento di minerali essenziali

A prima vista, i legumi come le arachidi sono una delle principali fonti di ferro – il doppio di quella che si trova nella carne e nelle uova. La forma di ferro che si trova negli alimenti vegetali è però il non eme, che è molto più scarsamente assorbito rispetto alla forma eme che si trova nelle proteine ​​animali. Il ferro nelle piante è strettamente legato ai fitati, che possono ridurre i tassi di assorbimento fino al 75-80%. Come spiegato sopra, questo non si verifica solo con il ferro: anche l’assorbimento di altri minerali essenziali come lo zinco è notevolmente limitato dai fitati.

FODMAP

FODMAP è un acronimo usato per descrivere Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli fermentabili (ora sai perché usano l’abbreviazione!), una raccolta di carboidrati a catena corta che sono scarsamente assorbiti nell’intestino tenue. Se fai fatica a digerire i FODMAP, è molto più probabile che tu soffra di problemi digestivi cronici (ad esempio gas, gonfiore, stitichezza o feci molli, ecc.) o sindrome dell’intestino irritabile (IBS). In breve, se si lotta con problemi digestivi, consumare regolarmente fagioli o legumi può esacerbare i sintomi.

Ci sono dei vantaggi nel mangiare le arachidi?

I fan di legumi e arachidi sostengono che sono fonti di molti nutrienti. Sulla carta, contengono 18 g di proteine ​​per mezza tazza e 36 g di grasso, metà dei quali è grasso monoinsaturo sano (MUFA) sotto forma di acido oleico. Le arachidi sono anche una buona fonte di biotina, niacina, acido folico, vitamina E e polifenoli. Una mezza tazza di arachidi fornisce anche 6 g di fibra, che mantiene l’intestino regolare e supporta la crescita di batteri intestinali sani. Tuttavia, nella realtà, gli antinutrienti presenti nelle arachidi riducono l’assorbimento di molti di questi nutrienti.

Un team internazionale di ricercatori ha studiato più di 200.000 persone in tutto il mondo e ha concluso che coloro che mangiavano regolarmente arachidi (e anche altra frutta a guscio) avevano molte meno probabilità di morire per qualsiasi causa, in particolare malattie cardiache, durante il periodo di studio rispetto a coloro che raramente mangiava noci. È importante sottolineare, tuttavia, che lo studio ha esaminato il consumo complessivo di noci e non ha differenziato il consumo di arachidi. Un precedente studio condotto da Harvard – lo studio sulla salute degli infermieri e lo studio di follow-up dei professionisti di Harvard – ha trovato risultati simili ma includeva anche stavolta TUTTE le noci e non solo le arachidi.

Alcuni studi hanno tuttavia riscontrato dei benefici nel consumo regolare di arachidi. Uno ha dimostrato che il burro di arachidi può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari del 20% e un altro ha dimostrato che mangiare noccioline più di due volte alla settimana riduce i tassi di cancro al colon del 58% nelle donne e del 27% negli uomini.

Conclusioni

Per definizione, le arachidi sono legumi (non noci) e non Paleo. A causa delle proprietà anti-nutrienti, eliminare le arachidi dalla tua dieta è probabilmente la soluzione migliore, soprattutto se hai problemi digestivi, una condizione infiammatoria o autoimmune.

Tuttavia, se sei un amante del burro di arachidi e rimuovere completamente il burro di arachidi dalla tua dieta è un rompicapo, allora l’occasionale burro di arachidi o uno spuntino di arachidi non è una cattiva opzione come parte del tuo 15% di cibo non Paleo (soprattutto rispetto allo zucchero e agli snack carichi di carboidrati trasformati che riempiono gli scaffali – anche quelli NON sono assolutamente Paleo!). Ricorda solo che la cottura con olio di arachidi dovrebbe essere comunque completamente esclusa a causa del suo impatto altamente tossico sull’organismo.

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Articolo estratto e tradotto dall’originale “Are Peanuts Paleo?” BY DR. MARC BUBBS ND, MSC, CISSN, CSCS, CONTRIBUTOR JANUARY 20, 2017. Note bibliografiche nell’originale.