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The Game Changers: l’arte della manipolazione di massa » Evoplus

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The Game Changers: l’arte della manipolazione di massa

Secondo e ultimo estratto (qui trovi il primo) del nostro articolo che uscirà entro fine mese sul blog del nostro sito www.evoplus.ch. Si parla dell’esperimento delle provette, forse il punto più suggestivo e manipolativo in tutto il film.

Ma noi siamo qua a farvi capire con semplici parole e principi della fisiologia umana che quello che vi hanno raccontato nel film è una distorsione della realtà volta a manipolare le masse.

Condividete in ogni angolo del Web, in gruppi vegani e soprattutto sulla bacheca dei vostri cari che purtroppo sono caduti nella trappola del veganesimo. Per il bene del genere umano e per la salute pubblica. Buona lettura!

#9: L’ESPERIMENTO DELLE PROVETTE

Molto suggestivo per il grande pubblico (che non ha nessun background formativo in fisiologia della nutrizione), ma ridicolo per chi di fisiologia della nutrizione qualcosa ci capisce. Nel film viene mostrato un test effettuato su tre giovani ragazzi universitari, giocatori di football dei Miami Dolphins.

Il test prevede una colazione a base di burrito ricco di proteine. Due di questi burrito hanno fonti di proteine e grassi di origine animale. Uno è di manzo e l’altro di pollo. Il terzo è un burrito a base vegetale contenente fagioli, e ha proteine e grassi di origine vegetale. Il giorno dopo viene dato a tutti un burrito ai fagioli, per vedere gli effetti di diverse fonti di grassi e proteine sulla stessa persona.

Due ore dopo ogni pasto, ai giocatori è stato prelevato del sangue e messo in una centrifuga che separa i globuli rossi dal plasma.

Se il plasma è trasparente, non ci sono tanti grassi in circolo nel sangue.
Se è “sporco” invece, è colpa dei grassi e delle proteine animali che circolano e che con il tempo vanno ad ostruire le arterie.

Ci viene già da ridere…ma proviamo a rimanere seri per spiegarvi come funzionano veramente le cose.

Il sangue “sporco” come asseriscono gli autori è in realtà sangue ricco di preziosi nutrienti (acidi grassi, aminoacidi essenziali, nonché vitamine e minerali) che verranno successivamente stipati nelle cellule attraverso i normali processi fisiologici.

Come abbiamo spiegheremo nel punto #2, un pasto completo ricco di proteine (come il burrito con carne) ha bisogno di più tempo per essere digerito e immagazzinato attraverso l’attivazione dei processi riparativi e di recupero del nostro organismo. Ormoni altamente anabolici come l’insulina si alzano, mentre ormoni catabolici come cortisolo e adrenalina si abbassano gettando l’organismo in una situazione di recupero psico-fisico (cosa dimenticata dagli sportivi professionisti perennemente sovra-allenati).

Il burrito vegano attiva gli stessi processi metabolici/ormonali del burrito con carne, ma lo fa semplicemente in tempo minore. Di conseguenza, al momento del prelievo del sangue dopo due ore dal pasto, il burrito vegano (un pasto con carico e indice glicemico largamente superiore a quello con carne) sarà stato già quasi completamente immagazzinato perché lo zucchero viene assorbito molto più velocemente rispetto a grassi e proteine.

Quindi, un pasto completo altissimo in carboidrati (burrito vegano) piuttosto che uno in percentuale minore di carboidrati rispetto a grassi e proteine (burrito con carne), viene assorbito più velocemente e stipato nei muscoli sotto forma di glicogeno muscolare. Le proteine richiedono più tempo, non c’è niente di nuovo da sapere e gli autori continuano a manipolare la realtà per difendere le proprie ideologie.

Ma ANCORA PIÙ PERICOLOSO E MANIPOLATIVO è che questo esperimento è stato condotto su tre giocatori di football americano, tre atleti per intenderci.

Attraverso l’enorme mole di attività fisica (allenamenti di svariate ore e spesso doppie sedute giornaliere), il corpo di un’atleta riesce a tollerare abbastanza bene le ingenti quantità di zuccheri di una dieta vegana. Infatti, l’attività fisica prolungata e intensa svuota continuamente muscoli e fegato di glicogeno che verrà rimpiazzato tramite la dieta, contribuendo a ridurre i rischi dell’iperglicemia.

Ma che succede se un sedentario (una persona che fa qualche oretta a settimana di attività fisica blanda, come magari la gente che dove aver visto The Game Changers è diventata vegana) consuma un pasto alto in carboidrati (come il burrito vegano)?

Lo zucchero inizia a riversarsi nel circolo ematico dopo la rapida digestione.

Dal momento che i muscoli del sedentario, non stimolati dall’attività fisica, non sono sensibili ad assorbire glucosio attraverso proteine trans-membrana come il GLUT-4, tutto quello zucchero rimane nel sangue. Il pancreas rileva la situazione di pericolo e inizia a produrre insulina per succhiare via lo zucchero dal sangue che provocherebbe danni irreparabili.

Questo meccanismo di fisiologico-protettivo innescato dall’iperglicemia che conduce all’iperproduzione di insulina, conseguente ipoglicemia, iperglicemia compensatoria e iper-cortisolemia, porta nel tempo a sviluppare una svariata gamma di patologie tra cui il diabete alimentare.

Tanti carboidrati oggi, tanti domani e il susseguirsi nel tempo di botte di iperglicemia tipiche di una dieta vegan, vi porta a sviluppare seri problemi di controllo glicemico. E il controllo glicemico non è l’unico problema.

Infatti siamo curiosi di sapere a quanto ammontava la glicemia nelle provetta dopo il burrito vegano, ma non lo sapremo mai. Tutto omesso ad arte dagli autori di The Game Changers.

Così stanno le cose e state tranquilli che dalle leggi della biologia e fisiologia umana non si scappa.

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