27 Mar Perché il movimento Paleo sta morendo (ma non in Italia) » PaleoAdvisor
Nell’estate del 2016 il medico svedese Dr. Andreas Eenfeldt , fondatore dell’autorevole blog Diet Doctor, pubblica sul suo sito questo articolo:
Dai un’occhiata a questo post di Instagram di Paleo f(x) – una delle più grandi organizzazioni Paleo.
Ha perfettamente senso, vero? Perché sappiamo tutti che gli uomini delle caverne bevevano bibite zuccherate artificialmente in estate, mentre mangiavano lecca lecca. Quindi perché non venderli?
È un’illustrazione perfetta del declino del movimento Paleo. Una volta, molti anni fa, si trattava di una potente rivoluzione, di un massiccio miglioramento della salute delle persone. Ora si tratta di vendere barrette di cioccolato. O maionese. O anche soda.
Ecco cosa sta succedendo alle ricerche su Google della parola “paleo” negli ultimi anni:
Scendono. Velocemente.
È triste, perché tornare a uno stile di vita evolutivamente normale è molto importante per la salute futura dell’umanità. Ma sfortunatamente la “Paleo” si sta trasformando in uno scherzo e le persone a capo del movimento hanno solo se stesse da incolpare.
Forse si può ancora fare qualcosa per invertire la rotta, ma ciò richiederebbe un’azione drastica, credo. Cosa ne pensate?
Come si è evoluta la situazione nel 2019?
Sfortunatamente, il trend negli Stati Uniti – l’area geografica presa in esame da Andreas Eenfeldt – ha continuato la sua discesa verso il basso.
Lo stesso declino di interesse si osserva se si estende la ricerca a tutto il continente (prevedibilmente, gli Stati Uniti la fanno da padrone).
Un po’ diversa la situazione in Italia: nonostante una battuta d’arresto analoga a quella verificatasi nel resto mondo dall’inverno 2014, l’interesse, invece che calare, pare essersi stabilizzato.
Ma osserviamo anche altri grafici: nel mondo l’interesse – da non confondere necessariamente con una approvazione – per il veganismo, al contrario di quello per la Paleodieta, sta continuando a salire.
Ancora diversa la situazione in Italia, ancora una volta positivamente: l’interesse per la filosofia vegana, in controtendenza con il trend globale, sta chiaramente diminuendo. Tuttavia è impressionante il volume delle ricerche, se comparato a quelle inerenti alla Paleodieta, che è tale da rendere indistinguibili e irrilevanti le oscillazioni del rispettivo grafico. Un dato che fa sicuramente riflettere sul livello di diffusione della conoscenza di questo stile di vita e alimentare nel Bel Paese.
Conclusioni
Alla luce di tutte queste considerazioni emergono, a mio parere, due importanti riflessioni: la potenzialità di diffusione della conoscenza – se non della, auspicabile, applicazione concreta – dello stile di vita e alimentare Paleo – con tutti i suoi comprovati benefici per la salute fisica e psicologica dell’individuo – è, nel nostro paese, ancora altissima. Il consolidamento del trend, pur non essendo una crescita, rappresenta comunque un segnale in controtendenza rispetto al resto del mondo. Probabilmente proprio la sua scarsa diffusione a livello “popolare” ne sta proteggendo la genuinità e la credibilità dalle manipolazioni e dalle distorsioni dell’industria, come rilevato, per il resto del mondo, dall’articolo di Andreas Eenfeldt.
Se vogliamo evitare che un’intuizione così brillante e di valore per la salute finisca vittima, anche nel nostro paese, della disinformazione e del relativismo imperante, un’unica strada è percorribile: promuovere ed essere solidali con tutte le attività che si impegnano veramente per produrre cibo vero secondo standard di qualità e sostenibilità e dare sempre maggiore visibilità ai professionisti che riconoscono come validi i principi teorici tracciati dai testi fondamentali della ricerca di orientamento evolutivo, dimostrandone coerentemente l’applicazione anche nella pratica professionale.
Da questo ideale è nato PaleoAdvisor. Sfidiamo il futuro!