Parliamo di Legumi… » Dott.ssa Tiziana Striani

Dott.ssa Tiziana Striani Personal Trainer Top Master BIIO
PALEO DIETA E LEGUMI
Vorrei affrontare con voi un argomento e un discorso che affronto quotidianamente con i miei clienti: i “fatidici” legumi…fanno bene o fanno male? E com’è possibile che possano far male?
Purtroppo è un argomento molto discusso e si sentono pareri contrastanti.
I legumi sono considerati un cibo sano e ideale, da consigliare…e, spesso, si evitano perché ci gonfiano a livello addominale e ci appesantiscono.
La colpa è degli oligosaccaridi che nell’intestino crasso fermentano e producono metano, anidride carbonica e gas vari. Ma la questione è da considerarsi da un altro punto di vista, dato che tutti noi dovremmo evitare i legumi per altri motivi ben più importanti.
Quando affronto questo tema con le persone che seguo in palestra, leggo lo stupore e la delusione nei loro occhi mentre cerco disperatamente di allontanarli da questa malsana abitudine alimentare.
Arachidi, fagioli, lenticchie, ceci, fave, soia, etc., sono stati introdotti nell’alimentazione umana poche migliaia di anni fa e, come i latticini e i cereali, sono mal tollerati dal nostro organismo. Stiamo parlando di alimenti che devono essere cucinati a lungo per poter diventare commestibili, quindi inadatti all’uomo.
VALORE BIOLOGICO
Il valore biologico dei legumi è decisamente inferiore a quello delle proteine di origine animale. Per esempio, è circa un terzo delle proteine di un uovo: le proteine dei legumi sono povere di metionina e cisteina, due aminoacidi essenziali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare. Inoltre, se da un lato sono proteine meno digeribili, dall’altro circa un terzo resta intrappolato nella fibra e non è disponibile.
RAPPORTO CARBOIDRATI-PROTEINE
Infine, il rapporto carboidrati-proteine dei legumi è assolutamente svantaggioso: per ogni proteina assumiamo il doppio, se non il triplo dei carboidrati. Tanti vegetariani usano molta soia per ricavare proteine, ma i fagioli di soia aumentano il fabbisogno di retinolo A e vitamina D, importanti vitamine liposolubili che si trovano solo in alimenti di origine animale.
GLI ANTINUTRIENTI
I legumi sono ricchi di antinutrienti che ne ostacolano la digestione. L’assunzione costante dei legumi, così come di latticini e cereali, che non appartiene ad una alimentazione di tipo paleolitico si manifesta nel nostro organismo sul medio-lungo periodo.
Tra le sostanze nocive contenute nei legumi sono da menzionare prima di tutto i fitati… lasciar germogliare i legumi ne abbassa solo un po’ la concentrazione. Queste sostanze impediscono l’assorbimento dei minerali, per cui l’organismo ne assimila appena un quinto di quelli disponibili…
Chi mangia troppi legumi va incontro a pericolose carenze di ferro, zinco, calcio, magnesio.
L’antitripsina inibisce l’azione della tripsina, che è un enzima necessario a digerire le proteine.
Le ascorbasi, che troviamo nei fagiolini, legumi freschi, distruggono l’acido ascorbico (vitamina c). Nei fagioli è stata individuata un’anti-vitamina E.
Le emoagglutinine inibiscono una gran quantità di enzimi che ci permettono di digerire le proteine e fortunatamente vengono distrutte dal calore.
Lectine e saponine rappresentano una difesa della pianta contro i parassiti. Esse provocano nell’uomo meteorismo schiumoso, riescono a superare la barriera intestinale, immettersi nel sangue, dove sono in grado di rompere la membrana cellulare dei globuli rossi.
In alcuni legumi (ceci, fave, il fagiolo di Lima) determinate sostanze tossiche inibiscono la formazione di ATP (adenosina trifosfato) che ci fornisce energia per tutti i processi del nostro organismo.
Le arachidi possono reagire con l’Aspergillus flavus, una muffa che cresce sulla superficie dei legumi, dando il via alla formazione di aflatossine, sostanze tossiche considerate oggi il più potente e conosciuto cancerogeno.
Le lectine sono un mix di proteine e carboidrati che possono legarsi a quasi tutti i tessuti del nostro corpo e ne causano la distruzione. Le lectine aumentano la permeabilità intestinale cosicchè proteine del cibo solo parzialmente digerite e resti di batteri intestinali si riversano nel sangue. Normalmente il sistema immunitario riesce a far piazza pulita di questi invasori ma le lectine e le saponine contenute nei legumi ne facilitano, purtroppo, la penetrazione nell’intestino.
Concludo con le parole di Robb Wolf, biochimico di fama mondiale:
“Tutto ciò che danneggia il tessuto dell’intestino (comprese le infezioni batteriche, virali e parassitarie, così come l’alcol, i cereali, i legumi e i latticini) può predisporvi all’autoimmunità, a svariate intolleranze a sostanze chimiche, e ad allergie ad alimenti normalmente benigni”
Fonte: corrieresalentino.it
Ottimo articolo!
Ovviamente, seguendo la paleo, non li mangio più da molti anni.
Una curiosità: nell’articolo non vengono citati i legumi freschi.
Hanno problematicità identica a quelli secchi o differiscono da loro in qualcosa?