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Omega 3 DHA perché è importante? » David Perlmutter

david perlmutter

David Perlmutter Medico Neurologo e Ricercatore

(Estratti dal libro “La Dieta Intelligente — Perché grano, carboidrati e zuccheri minacciano il nostro cervello” 2013)

L’OMEGA 3 DHA

Negli ultimi tempi l’acido docosaesaenoico (DHA) sta ricevendo forse più attenzione di ogni altra molecola utile al cervello. Da diversi decenni gli scienziati studiano in modo approfondito questa sostanza cruciale.

Il DHA è un acido grasso omega 3 che rappresenta più del 90% dei grassi omega 3 nel cervello.

Dal punto di vista strutturale, il DHA è un importante mattone per le membrane che circondano le cellule cerebrali, in particolare per le sinapsi, fondamentali per un funzionamento efficiente del cervello ed è un componente fondamentale del tessuto cardiaco.

DHA, ALIMENTAZIONE E INFIAMMAZIONE

Il DHA ha inoltre un importante ruolo nella regolazione dell’infiammazione. Esso riduce in modo naturale l’attività dell’enzima COX-2, che attiva la produzione di dannose sostanze chimiche infiammatorie.

Per molti versi, il DHA agisce poi come un guerriero quando entra in territorio ostile derivante da una dieta non appropriata. Può combattere l’infiammazione all’interno della mucosa intestinale di un soggetto sensibile al glutine, e può porre un freno agli effetti dannosi di una dieta ad alto contenuto di zuccheri, soprattutto di fruttosio, aiutando a prevenire eventuali disfunzioni metaboliche nel cervello conseguenti a un’alimentazione troppo ricca di carboidrati. Infine, l’attività forse più interessante del DHA è il suo ruolo nella regolazione dell’espressione genica per la produzione del BDNF.

DHA E FUNZIONI CEREBRALI

In parole povere, il DHA contribuisce a orchestrare la produzione, le reciproche connessioni e la possibilità di sopravvivere delle cellule cerebrali, migliorandone al tempo stesso la funzione.

In una sperimentazione interventistica in doppio cieco, portata a termine di recente e nota ormai come MIDAS (Memory Improvement with DHA Study, Studio sul miglioramento della memoria con l’acido docosaesaenoico), un gruppo di 485 soggetti dell’età media di settant’anni, con lievi problemi di memoria, ricevette per sei mesi un integratore contenente DHA ricavato da un’alga marina oppure un placebo. Al termine dello studio, i livelli ematici di DHA risultarono raddoppiati nel gruppo cui era stato somministrato, con notevoli effetti sulla funzione cerebrale. La dott.ssa Karin Yurko-Mauro, responsabile della ricerca, commentò:

Nel nostro studio, i soggetti sani con disturbi di memoria che avevano assunto capsule di DHA algale per sei mesi hanno ridotto a quasi la metà gli errori in un test che misura le prestazioni di apprendimento e memoria rispetto al gruppo che aveva assunto un placebo. Il beneficio è all’incirca equivalente ad avere le capacità di apprendimento e memoria di una persona più giovane di tre anni“.

In un altro studio, effettuato su 815 individui di età compresa tra i sessantacinque e i novantaquattro anni, si riscontrò che i soggetti che consumavano la quantità più elevata di DHA registravano una straordinaria riduzione del 60% del rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.

Questo livello di protezione è dunque superiore a quello offerto da altri acidi grassi come l’EPA e l’acido linolenico.

Anche il Framingham Heart Study indicava un effetto protettivo eccezionale. I ricercatori confrontarono i livelli ematici di DHA rilevati in 899 uomini e donne per un periodo di quasi dieci anni; in quest’arco di tempo alcuni avevano sviluppato demenza e Alzheimer, ma il gruppo con i più elevati livelli ematici di DHA risultò avere un rischio di contrarre queste malattie inferiore del 47%. I ricercatori scoprirono inoltre una correlazione tra il consumo di più di due porzioni di pesce alla settimana e una riduzione del 59% del manifestarsi dell’Alzheimer.

Quando i genitori portano da me figli con problemi comportamentali, sono solito esaminare i loro livelli di DHA, oltre a controllare la loro sensibilità al glutine.

DHA E GRAVIDANZA

A causa del suo ruolo nell’attivare la produzione di BDNF, il livello di DHA è importante in utero, durante la prima infanzia e da bambini. Al giorno d’oggi molti bambini non ricevono quantità sufficienti di DHA ed è anche per questo che assistiamo a tanti casi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Non so dirvi quante volte io lo abbia «curato» solo raccomandando un integratore di DHA.

FONTI ALIMENTARI DI OMEGA 3 DHA

Durante le mie conferenze domando spesso ai dottori qual è secondo loro la più ricca fonte di DHA in natura. Ricevo le risposte più disparate: olio di fegato di merluzzo, olio di salmone, olio di acciughe. Alcuni propongono olio di avocado o di semi di lino, che però non contengono abbastanza DHA. La più ricca fonte di DHA in natura è il latte materno. Questo spiega perché si continui a enfatizzare l’importanza dell’allattamento al seno per la salute neurologica e le prestazioni a lungo termine del bambino.

INTEGRAZIONE DI OMEGA 3 DHA

Come possiamo aumentare il nostro livello di DHA? Il corpo può produrne piccole quantità, e siamo in grado di sintetizzarlo da un comune grasso omega 3 contenuto negli alimenti, l’acido alfa linolenico.

Abbiamo bisogno di almeno 200-300 milligrammi al giorno, ma la maggioranza degli americani ne assume meno del 25%; e farebbe bene invece a superare questa quantità minima necessaria.

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