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Nella Paleo non si devono contare le calorie? » Geppy Ribaudo

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Geppy Ribaudo Personal Trainer

Uno dei più grandi problemi della Paleo diet è non aver capito la Paleo diet. Non mi sto rivolgendo a chi non ne condivide i principi ma proprio a coloro che la sostengono. Ne parlo da grande sostenitore oltre che, probabilmente, l’ultimo di una vecchia schiera di PT che per prima l’ha sostenuta ed applicata, che ancora la applica con entusiasmo.

Sono 8 anni ormai che l’applico e in tutta sincerità con grandissimi risultati in termini di salute, sono scomparse tutte le patologie di cui soffrivo dall’età di 6 anni. In questi anni ho comesso degli errori nella sua applicazione proprio perché come tanti non ne ho afferrato il concetto sino in fondo. Con questo post cerco di fare ammenda e di aiutare, in qualche modo, coloro che l’applicano viste le numerose richieste di auto pratico che mi arrivano a cui non posso dare seguito in quanto non sono un nutrizionista. Andiamo al dunque.

La Paleo diet nasce non per una prestazione sportiva o per una composizione corporea, la tartaruga che tutti mi chiedono, ma nasce dalla consapevolezza che le malattie metaboliche e da immunodeficienza, attualmente presenti, nell’era paleolitica non c’erano. Quindi la paleo ha come obiettivo primario risolvere attraverso l’alimentazione alcune patologie. Va da se che poi ognuno di noi ha una vita ed una serie di obbiettivo che con il concetto della Paleo non hanno niente a che fare.

Una gara sportiva, una competizione di bb, una composizione corporea ideale non hanno niente a che vedere con i principi dell’alimentazione tipici dei nostri antenati, il cui obiettivo era principalmente la sopravvivenza. Spesso leggo e sento che nella Paleo non si devono contare le calorie ed i macronutrienti. Verissimo…a condizione che si vengano a ricreare le stesse condizioni del paleolitico, ovvero mangiare quando si trova del cibo e non perché si ha il frigo pieno il supermercato dietro l’angolo. Quindi il nostro paleolitico mangiava a sazietà quello che trovava per digiunare nei giorni in cui non aveva niente da mangiare se non bacche e vermi.

Ricordo inoltre che la nostra frutta non ha nulla a vedere con la frutta del paleolitico (bacche) motivo per cui l’attuale frutta è ricca di fruttosio, zucchero responsabile di resistenza insulinica più del glucosio e responsabile della glicazione non enzimatica (soffocamento cellulare).

Infine il nostro paleolitico si spostava molto e gli unici sforzi intensi che faceva erano per alcuni minuti e non per 1h di allenamento e passa. Quindi il suo metabolismo era prevalentemente lipidico con un consumo di glicogeno muscolare praticamente insistente (ricordo che il glicogeno è lo zucchero conservato nel muscolo per affrontare ogni sforzo muscolare e che si consuma con un allenamento glicolitico prolungato nel tempo).

Quindi cari amici paleo che fate crossfit, che fate attività aerobica di lungo (2 h di attività aerobica media intensa consuma quasi interamente la scorta di glicogeno), che cercate l’ipertrofia, che ricercate la tartaruga purtroppo vi devo dare una cattiva notizia: il glicogeno muscolare viene ricaricato a partire dagli amidi e non dalla frutta che, invece, ricarica solo il glicogeno epatico. Gli amidi paleo sono: castagne, farina di castagne, patate americane, carrube. Quindi se ricercate una performance, la tartaruga, l’ipertrofia dovete fare i conti con questo problema e non risolvete mangiando 2kg di carne in un unico pasto perché vi ricordo che il nostro paleolitico 2 kg di carne li vedeva una volta al mese, forse…!

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