
18 Mag Il lato nascosto della lombalgia: intestino e alimentazione » Dott.ssa Vanessa di Nepi
In quest’articolo mi piacerebbe affrontare la lombalgia osservandola da vicino prima nei suoi aspetti meccanici, per poi passare a un punto di vista più “intimo” che riguarda sia le strutture viscerali che emotive ad essa correlate; per poi capire se la storia evolutiva dell’uomo e l’alimentazione moderna possano avere ripercussioni e/o essere la concausa di questa patologia.
A chi di voi non è capitato una volta nella vita di soffrire di mal di schiena?
Lombalgia è un termine comune per indicare un dolore localizzato nella zona medio bassa del rachide lombare, ma a volte anche dorso lombare e lombo sacrale.
In realtà dietro questo sintomo banale si nascondono più condizioni patologiche che possono dare spiegazione a un dolore cosi invalidante (solo in Italia sono 15 milioni di persone a soffrirne).
Per meglio comprenderne i vari aspetti, differenziamo le diverse condizioni patologiche in:
- Condizioni meccaniche che riguardano direttamente la struttura vertebrale: interessano i legamenti, i muscoli, i dischi, i nervi, la struttura ossea, il canale vertebrale.
- Condizioni non meccaniche che riguardano patologie neoplastiche, reumatologiche, infettive o infiammatorie a carico del rachide.
- Cause extravertebrali che riguardano organi innervati dal plesso lombare da cui origina un riflesso viscero somatico che provoca il sintomo doloroso.
In questa sede mi interessa analizzare solo quest’ultime ossia tutte quelle cause che originano dal viscere e si manifestano a livello somatico e la correlazione con l’alimentazione moderna.
Per riflesso si intende la risposta involontaria automatica ad uno stimolo ed è il modo in cui il sistema nervoso autonomo si esprime (agisce attraverso i riflessi). Il riflesso viscero somatico quindi spiega l’importanza della correlazione tra sistema nervoso autonomo e centrale: l’attività dei visceri viene rilevata da recettori specifici e trasmessa ai centri superiori attraverso via afferenti. Cosi le afferenze sensoriali nocicettive di un viscere (per esempio l’intestino) attraverso il sistema nervoso autonomo risalgono alla corteccia e da qui mandano una risposta di ritorno alla struttura somatica innervata dallo stesso segmento midollare (rachide lombare).
I dolori lombari di origine viscerale si riconoscono perché sono dolori sordi, diffusi, non ben localizzabili, in genere a fascia, associati a disturbi addominali quali gonfiore, stitichezza-colite, fermentazione.
Questo tipo di dolore prende il nome di dolore viscerale riferito.
Si tratta di una sensazione dolorifica localizzata in una sede diversa, ma correlata, rispetto a quella da cui origina lo stimolo. La sede diversa è un’area innervata da afferenze somatiche che fanno capo allo stesso segmento del midollo spinale cui sono destinate le afferenze viscerali.
Analizziamo più da vicino l’intestino: al suo interno esiste un sistema nervoso (cervello enterico) dotato di vita propria. Il cervello enterico nella storia evolutiva dell’uomo è quello che si sviluppa per primo, il più arcaico:
- è un cervello molto complesso che contiene oltre 500 milioni di neuroni
- è un laboratorio neurochimico e ormonale
- l’80% del sistema immunitario ha sede proprio qui
- il 90% della serotonina impiegata in tutto il corpo è prodotta dal cervello enterico
- l’intestino è sede delle benzodiazepine (agenti chimici che si trovano nei farmaci calmanti)
- è cosi intelligente che è capace di ricordare, assumere nuovi comportamenti e generare nuovi neuroni
- dal punto di vista emotivo è la sede del nostro senso d’identità e ha un ruolo primario nell’immagine profonda che abbiamo di noi stessi
Di seguito possiamo osservare alcune correlazioni molto importanti con strutture muscolari, organi viscerali e rispettiva innervazione.

Muscolo ileopsoas e intestino

Correlazioni con organi viscerali

Innervazione intestino
Le strette correlazioni dell’intestino con organi viscerali così importanti dà forse un’idea del ruolo primario che esso svolge per il benessere psicofisico dell’individuo.
Spiega per esempio perchè insieme a disturbi intestinali siano associati:
- Stress e depressione
La vicinanza con le ghiandole surrenali causa una produzione continua di cortisolo che oltre ad aumentare i livelli di stress, riduce la produzione di bile aumentando la produzione di succhi gastrici, aumenta la glicemia e innalza la pressione aumentando la quantità di sodio nel sangue. La depressione è spesso dovuta alla carenza di serotonina (che abbiamo visto essere prodotta in larga parte proprio dall’intestino).
- Ansia e difficoltà respiratorie
Per il rapporto con il diaframma verrà influenzata tutta la meccanica respiratoria ma anche tutto l’apparato cardio vascolare (l’aorta attraversa il diaframma).
- Iperattività del sistema immunitario
Dovuta sia a una sovraesposizione di cortisolo, che all’irritazione dell’intestino, dove ha sede il sistema immunitario: si ha la distruzione dei linfociti T1 e il potenziamento dei linfociti T2 che si occupano della proliferazione di virus e batteri; il nostro sistema non è più in grado di difenderci dall’attacco di questi agenti patogeni.
- Lombalgia, retrazione del muscolo ileopsoas, disturbi all’articolazione dell’anca, disturbi genitali.
Il muscolo ileopsaos è rivestito da una fascia che ha rapporti diretti con la fascia che riveste l’intestino; può andare incontro a fibrosi, accorciamento e spasmi dovuti a un malfunzionamento dell’intestino.
Potrei continuare a trovare ancora molte correlazioni e disturbi associati a un mal funzionamento dell’intestino… ma mi interessa porre l’accento sulla causa di tale disfunzione.
Come mai oggi più dell’80% della popolazione soffre di un qualche sintomo che coinvolge l’intestino? Cosa lo rende debole e prono a disturbi quali colite, colon irritabile, disbiosi intestinale?
Solo per fare qualche esempio. Tra i principali fattori riconosciuti vi sono: l’alimentazione, lo stress, l’assunzione di farmaci e la poca o nulla attività fisica.
Dieta moderna e microbiota intestinale
La dieta moderna (composta di lieviti, farine, zuccheri, amidi, latticini) è sicuramente una grande protagonista… quello che mangiamo giorno dopo giorno condiziona e modifica il nostro microbiota intestinale: quell’insieme di batteri, funghi, virus benigni che hanno un ruolo molto importante nel determinare la salute generale.
Il microbiota è presente in ogni tessuto ma quello intestinale è il più grande di tutto il corpo (pesa 1 kilo e mezzo).
Tra le principali funzioni del microbiota vorrei ricordare:
- Produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) che solo fondamentali per la plasticità delle membrane e alimentano le cellule enteriche dell’intestino.
- Produzione di vitamina K, K2, vitamine del complesso B e acido folico.
- Degradazione dei composti tossici ingeriti (da qui capiamo la sua importante funzione di eliminazione delle scorie) e funziona come barriera contro la colonizzazione di agenti patogeni presenti negli alimenti.
L’introduzione di sostanze nocive rappresentate principalmente dai latticini, dagli zuccheri e dalle farine bianche, modificano così la nostra flora batterica che comincia a produrre più acido lattico; tutto questo nel corso degli anni non fa che acidificare il bolo alimentare, danneggiando da un lato la mucosa intestinale (si ha quindi un eccessivo contatto tra batteri e sistema immunitario) e dall’altro produce meno batteri buoni. Il nostro corpo si ammala giorno dopo giorno senza che ce ne accorgiamo (accade spesso che i sintomi rimangano silenti per lungo tempo e il paziente non ne sia a conoscenza).
Il corpo umano è un organismo vitale a 360 gradi modellato da influenze biologiche, sociali, ambientali ma molto è dettato dallo stile di vita che ogni giorno scegliamo di intraprendere. Abbiamo la possibilità di modificare le scelte sbagliate, quelle scelte che se ci fanno ammalare, quelle scelte che a volte facciamo senza troppo riflettere sulle ripercussioni che a lungo termine avranno sulla nostra capacità di rimanere sani.
Dott.ssa Vanessa Di Nepi Osteopata