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Il diabete, un punto di vista osteopatico » Dott.ssa Vanessa Di Nepi

Prima di affrontare il diabete dal punto vista osteopatico è doveroso fare una breve descrizione secondo la medicina tradizionale.

Diabete (dal greco antico διαβήτης, diabètes, derivato di διαβαίνω, diabàino, «passare attraverso») è un termine che identifica alcune patologie caratterizzate da poliuria (abbondante produzione di urina), polidipsia (abbondante ingestione di acqua) e polifagia (fame eccessiva).

Comunemente il termine è utilizzato per indicare una malattia cronica, inquadrabile nel gruppo delle patologie note come diabete mellito, caratterizzata da un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, che viene a sua volta causata da una carenza (assoluta o relativa) di insulina nell’organismo umano, ormone che stimolando l’assunzione del glucosio nelle cellule muscolari e adipose ne diminuisce la concentrazione nel sangue.

Il diabete si differenzia in diabete di tipo 1 e di tipo 2

  • Diabete di tipo 1(DT1) è una patologia autoimmune, in cui le cellule beta del pancreas non sono in grado di produrre insulina;

Generalmente si presenta durante l’infanzia e non ha correlazione con le abitudini alimentari.

  • Diabete di tipo 2(DT2), in cui il soggetto generalmente, già in forte sovrappeso se non obeso, sviluppa una resistenza all’insulina.

Compare generalmente dopo i 35-40 anni.

La componente genetica gioca un ruolo importante, ma non fondamentale, come invece lo sono i fattori ambientali e individuali (sovrappeso e obesità).

Infatti il diabete di tipo 2 é strettamente dipendente dalle abitudini alimentari.

Che cos’è allora l’insulino-resistenza?

Essa è rappresentata dall’incapacità delle cellule del corpo di usare l’insulina in alcuni tessuti corporei (quello muscolare e nei tessuti degli organi):

Ricordiamo che l’insulina fisiologicamente ha un effetto anabolizzante sia sul tessuto muscolare che sul tessuto adiposo.  

Il pancreas nei diabetici é eccessivamente sensibile: non é in grado di produrre l’insulina, o la quantità’ che produce non riesce a far entrare il glucosio all’interno della cellula.

Affinché il glucosio possa entrare nella cellula ha bisogno di recettori dell’insulina che si trovano sulla superficie delle cellule.

Nei soggetti con diabete di tipo 2 si è osservata una diminuzione del numero dei recettori per l’insulina soprattutto a livello muscolare mentre a livello del tessuto adiposo si ha quasi una sorta di facilitazione del glucosio ad entrare nelle cellule adipose (ecco perché la maggior parte dei pazienti con insulino-resistenza sono in notevole sovrappeso).

Il glucosio non potendo entrare facilmente nella cellula comincia ad accumularsi nel torrente circolatorio.

Il pancreas per ovviare alla ridotta efficacia di tale ormone ne comincia a produrre in quantità’ elevatissime: il che spiega l’iperinsulinemia compensatoria conseguente alla resistenza insulinica.

Questo meccanismo inizialmente garantisce il controllo della glicemia, ma nel tempo il pancreas giunge a una situazione di sensibilizzazione eccessiva e stress tale che l’insulina prodotta non é più’ in grado di mantenere nella norma la glicemia: si sviluppa il diabete!

Ovviamente un approccio dietetico associato all’attività fisica diventa fondamentale per riuscire a raggiungere la “calma glicemica” ossia evitare quella zona in cui i picchi insulinici (che si hanno dopo un pasto a base di carboidrati e zuccheri) rendono il quadro clinico ancora più grave.

Dal punto di vista dell’osteopatia classica il diabete é considerato un disturbo costituzionale della nutrizione, caratterizzato da un’eccessiva attività dei sistemi secretori   (ghiandole endocrine: pancreas) del corpo con conseguente irritazione sui sistemi escretori (reni).

Nei primi stati del disturbo costituzionale possiamo fare qualcosa, ma se la funzione dell’insulina é completamente persa non possiamo più’ aiutare il paziente.

I danni del diabete sono sia a livello micro-vascolare che macro-vascolare; come accennato in precedenza lo zucchero che non riesce più ad entrare nella cellula si accumula sia nel tessuto adiposo (facendo diventare la persona sempre più grassa) sia nel torrente sanguigno (dove attraverso il fenomeno della glicazione si lega alle proteine libere del sangue dando luogo alle note AGE).

Il danno avviene a livello dell’endotelio vascolare (sia delle arterie più’ grandi: come per esempio il Cuore) che a livello dei piccoli vasi (come per esempio i vasi della retina) e via via va a coinvolgere strutture sempre più’ importanti, come vedremo meglio avanti.

Dal punto di vista clinico i segnali che caratterizzano questa malattia sono:

  • Pelle: dura, secca, screpolata con presenza di bolle, eczema
  • Cuore: Palpitazioni con polso rapido (causati da un’incoordinazione della funzione cardiaca e disturbi vasomotori)
  • Temperatura: bassa, il paziente sente freddo.

Negli stati avanzati della malattia si hanno dolori reumatici dovuti al deposito di zucchero nel circolo ematico e neuriti periferiche. 

  • Piede diabetico con ferite ulcerative
  • Muscoli: debolezza muscolare e perdita di tono muscolare
  • Occhi: cataratta
  • Vasculiti, Tinnito

Quando il deposito di zucchero è cosi elevato da raggiungere il midollo si può arrivare al coma.

Il cambiamento più importante che teniamo in considerazione dal punto di vista osteopatico riguarda la circolazione sanguigna, poi la modificazione a livello del metabolismo del glicogeno:

Si hanno cambiamenti a livello di assimilazione, perversione dei tessuti e degli organi, cambiamento nell’appetito a cui fa seguito l’ingrossamento del fegato.

Secondariamente viene coinvolto il pancreas, che non é più’ in grado di assolvere alle sue funzioni fisiologiche.

Il paziente diabetico presenta spesso un quadro di lesione ben preciso:

  • Vengono coinvolti i nervi sensoriali in connessione con il midollo della parte cervicale alta e la zona dorsale da D1 a D4
  • Ci può essere una zona di lesione nella parte dorsale bassa in connessione con la funzione visceromotoria verso il fegato
  • Ci può anche essere una lesione sacrale e lombare sempre in relazione alla funzione visceromotoria
  • Lesione nella zona dorsale media a livello D4-D5 in connessione con l’area splancnica.

Dal punto di vista Patologico:

  • La condizione primaria é la perversione del controllo nervoso associato con il processo metabolico distruttivo del glucosio in eccesso verso il midollo, quindi il disturbo nervoso rappresenta la patologia.
  • Il fegato si presenta ingrossato, di colore scuro, e grasso
  • Secondariamente viene coinvolto il pancreas: che si presenta molto duro e rigido; il dotto pancreatico può’ essere ostruito da questo aumento di pressione, e può’ portare gradualmente il pancreas verso l’atrofia.

Sono coinvolti gradualmente anche tutti gli altri organi viscerali:

  • Lo stomaco risulta ingrossato e ipertrofico
  • I reni sono ingrossati e iperemici, con degenerazione grassa
  • Il cuore ipertrofico e iperemico va incontro a disfunzione (arteriosclerosi)
  • I polmoni: le bronchiti sono complicazioni molto frequenti, a causa della degenerazione a livello delle arteriole, o della circolazione sanguigna polmonare.
  • Acidosi e tossiemia e tutti i relativi danni che questo stato fisiologico porta con sé come la predisposizione al cancro e a malattie cardiovascolari.

Ipotesi di trattamento:

Fermo restando che é poco conveniente fare una diagnosi senza prima aver valutato attentamente il singolo paziente nella sua totalità, è possibile fare un’ipotesi circa la possibilità’ di trattare questa patologia nei primi stadi della sua evoluzione.

Il trattamento sarà indirizzato verso il lato chimico: rivolto cioè agli organi viscerali fegato, reni e vescica per ridurre la congestione e a ristabilire la normale funzione fisiologica degli organi secretori e escretori.

Sarà importante dare anche un stimolo al sistema muscolare, per evitare l’ipotonia.

Stimolare i centri gastro-nutritivi, i centri splancnici, i plessi lombari e sacrali.

Consigli pratici:

Ritrovare un corretto stile di vita è assolutamente fondamentale per migliorare il quadro clinico compromesso, solo l’associazione dei tre seguenti fattori può risultare davvero efficace:

  • Alimentazione: dieta che preveda il mantenimento di un indice glicemico stabile
  • Attività fisica è fondamentale per eliminare zucchero dalle cellule muscolari
  • Integrazione (estratti vegetali di supporto: cannella, acido lipoico, cromo, inositolo, chufa, berberina)

vanessa-di-nepi-osteopata Dott.ssa Vanessa Di Nepi Osteopata Roma

VIA ISACCO NEWTON, 62, 00151 ROMA

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